il messaggio di Maurizio Caminiti

Ci sono novità per l’artrite reumatoide?

I progressi registrati negli ultimi decenni in ambito immunologico hanno determinato a loro volta significativi progressi in altri campi, come è avvenuto per l’appunto in campo reumatologico.

E’ stata chiarita la patogenesi di molte malattie delle quali conoscevamo solo le manifestazioni cliniche, ma non sapevamo quali fossero le cause e quali i meccanismi dei successivi processi evolutivi. Ci si basava su delle ipotesi, si immaginava ragionevolmente che il sistema immunitario ne fosse implicato, ma ancora non si conoscevano le citochine, le interleuchine, gli interferoni, e via dicendo: quelle molecole, che in veste di mediatori o di effettori chimici, sono capaci di scatenare delle reazioni a cascata responsabili alla fine di uno stato infiammatorio acuto o cronico dei tessuti che è comune a tante malattie: l’artrite reumatoide in primis, le spondilo-artropatie, il lupus eritematoso sistemico, la sclerodermia, la polimiosite, ecc.. , solo per citarne qualcuna.

Basandosi solo su delle ipotesi, anche se suggestive, chiaramente la terapia non poteva essere una terapia causale, al massimo una terapia sintomatica volta ad alleviare le sofferenze.

Oggi abbiamo invece a disposizione farmaci innovativi che agiscono in maniera mirata proprio contro quelle sostanze pro-infiammatorie responsabili dei danni tissutali propri di ciascuna malattia.

E’ necessario che la malattia, nel nostro caso l’artrite reumatoide, venga diagnosticata precocemente e non quando essa produce effetti devastanti come quelli della foto accanto.

Maurizio Caminiti

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