il messaggio di Raffaele Lopreiato

Siamo amici…
per la pelle!

Scrittori e poeti di ogni tempo ci hanno dato le più belle, talora le più curiose definizioni della pelle. Essa è “il sottile velo che ci limita dall’universo”; è “l’Io che comincia”; essa è anche “il petalo che ricopre il fiore della nostra vita”.

“La pelle è come la prua della nostra nave, che naviga nel cuore infinito del mondo esterno”; “La pelle è il foglio vivo su cui è scritto il romanzo della nostra vita”.

“Essa è gran parte della nostra bellezza, riflesso di quella luce, di quella lieta freschezza di cui l’impronta la natura feconda. Essa è terreno alle lotte d’amore e alle battaglie della vita. Sulla pelle si leggono gli anni vissuti. Ogni gioia e ogni dolore lasciano su di essa una traccia che non si cancella. È telegrafo per il mondo esterno e specchio per il mondo interno. Noi abbiamo ragione di amarla, di occuparcene profondamente, di difenderla, di curarla, di volerle insomma un gran bene.”

Anche a livello di parlar figurato la pelle ha significati diversi e di grande interesse.

Lasciarci la pelle è un eufemismo usato di frequente per morire; e così, far la pelle ad uno sta per ucciderlo.

Di un furfante si dice che ha una pellaccia; di una persona senza scrupoli si dice che una pelle da elefante.

Di individui pieni di risorse, che sanno cavarsela anche in situazioni difficili, si dice che hanno la pelle dura.

Al contrario, di persone molto suscettibili si dice che hanno la pelle delicata, e vanno trattati con i guanti.

Delle persone irritabili si dice che hanno i nervi a fior di pelle

Di una persona poco diplomatica si dice che ha mancanza di tatto, alludendo a una delle principali funzioni della pelle.

Di una persona che si trova nei guai o che ha molti problemi si dice “non vorrei essere nella sua pelle”.

Quando si pensa a un episodio passato che ha generato spavento si dice “mi viene la pelle d’oca solo a pensarci” oppure “mi ha fatto accapponare la pelle”.

Anche gli annessi vengono tirati in ballo: “mi si rizzano i capelli al ricordo”; o quando si vuole addomesticare qualche soggetto discolo si dice “ti liscio il pelo!”. Se uno viene provocato, si dice che è stato tirato per i capelli. Di una donna molto aggressiva si dice che sfodera le unghie.

Persino le malattie cutanee danno colore ai nostri modi di dire: se diciamo “che individuo rognoso!” ci riferiamo a una persona poco raccomandabile, noiosa, petulante, pronta a criticare e a trovare da dire.

Questo linguaggio figurato, che parla della pelle, fa anche divertire, ma denota l’importanza di quest’organo straordinario che sta tra noi e il mondo, e ribadisco le parole del Mantegazza che prima ho citato: “È telegrafo per il mondo esterno e specchio per il mondo interno. Noi abbiamo ragione di amarla, di occuparcene profondamente, di difenderla, di curarla, di volerle insomma un gran bene.”

E siamo qui proprio per questo: noi siamo amici… per la pelle!!!

La locuzione “essere amici per la pelle” può significare “essere amici per tutta la vita” o anche “essere amici veri e sinceri”.

Ma io non intendevo questo, e così ci ho messo i puntini… La nostra amicizia nasce da un obiettivo comune, che è quello di amare la pelle, la vostra pelle, che dobbiamo difendere, curare, volendole un gran bene ed occupandocene profondamente.

Raffaele Lopreiato

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